La coltivazione

Consigli utili

Per coltivare il Tartufo è fondamentale effettuare giuste scelte di natura Tecnica e Agronomica quindi:

  • Utilizzare piante ben micorrizate e certificate da enti quali  (Università, Enti Accreditati e Riconosciuti);
  • Fare ricerche agronomiche degli aspetti chimico/fisici del terreno;
  • Sciegliere le specie di piante e di tartufo più idonee  in riferimento  all’ambiente in cui si  vogliono mettere a dimora;
  • Corrette pratiche colturali attraverso le quali poter ottenere ottime produzioni negli anni.

Dunque il presupposto fondamentale per la coltivazione del tartufo risulta essere la qualità delle piante che viene garantita dalla certificazione,  dalla  serietà e professionalità del vivaio.

Tutti i tartufi in generale prediligono i terreni molto calcarei quindi è molto importante che il tipo di terreno ove si vuole effettuare l’impianto abbia un pH compreso tra 7 e 8, una buona presenza di CaCO3 (Calcare), con reazione alcalina, ben areato e privo di ristagni idrici.


Infatti noi come prima indagine consigliamo sempre al cliente di effettuare Analisi preliminare del proprio terreno, verificando la reazione del pH in acqua, Calcare Totale (CaCO3) al costo di € 25,00 inoltre per un'analisi più completa consigliamo anche la tessitura (Franco, Limo, Argilla) al costo totale di € 50,00. In base a questi valori si capisce se il terreno è idoneo e per quale specie di tartufo più si adatta.
Comunque se avete bisogno di un sopralluogo o semplicemente per effettuare nella maniera più corretta il  carotaggio del terreno, non esitate a contattarci così, Vi daremo tutte le indicazioni necessarie. Noi ci appoggiamo ad un laboratorio esterno che in 10 gg. c.a. ci invia tramite mail in formato pdf. Le analisi che poi noi invieremo gratuitamente ai nostri clienti al momento dell'acquisto delle piantine (per acquisti superiori alle n. 50 piante).
 

Vi sono tartufi molto più adattabili ecologicamente come ad es. il Tuber Aestivum Vitt. (Scorzone) e il Tuber Borchii Vitt. (Bianchetto o Marzuolo) rispetto al Tuber Melanosporum Vitt. (Nero pregiato) che hanno dunque areali di produzione maggiori. Vanno valutate molto attentamente l’esposizione e l’altitudine del terreno, i fattori macro-micro climatici, la distribuzione delle precipitazioni nell’arco dei dodici mesi, ed infine le temperature nelle diverse stagioni.
 

I sesti di impianto che noi consigliamo vanno da un minimo di 5,00 metri x 5,00 metri in tutti gli ambienti collinari e sub-montani a un massimo di 7,00 metri x 7,00 metri in terreni particolarmente fertili e dove le piante raggiungono notevoli dimensioni (Pianure).

Noi vogliamo così promuovere una coltura ecologica, per la tutela e il miglioramento degli ecosistemi naturali e per un maggior rispetto verso la natura e l'ambiente in cui viviamo. Infatti nella coltivazione del tartufo non devono essere utilizzati concimi/fertilizzanti e nè diserbanti assolutamente!

L'unico insetticida Biologico che consigliamo per le larve di Lepidotteri defogliatori si chiama: BACILLUS THURINGIENSIS varietà KURSTAKI da effettuare in tarda serata (per il fresco) attenendosi alle indicazioni descritte sulla confezione.




Preparazione del terreno dove mettere a dimora le piantine


É sempre buona pratica laddove è possibile (pendenze e presenza di scheletro permettendo) lavorare il terreno effettuando un’aratura ad una profondità variabile da 20 /40cm preferibilmente nel periodo estivo.
Una volta arato il terreno si dovranno togliere tutti i residui delle piante e degli arbusti presenti dalle radici alle ceppaie, inoltre andranno asportate anche le rocce e le pietre di dimensioni più grandi.
Successivamente il terreno andrà sminuzzato mediante un’erpice rotante e sarà così pronto per la messa a dimora.
Si provvederà  così alla squadratura del campo mediante picchetti che serviranno a delimitare le file e ad indicare la posizione di messa a dimora delle piante e fungeranno anche da tutori.

Densità e sesti di impianto


Nella scelta della densità e dei sesti d’impianto vanno considerate le dimensioni che raggiungeranno le specie simbionti quando saranno adulte in base alla  fertilità, l'esposizione e  l'altitudine dove è situato il terreno e alla specie di tartufo prescelto.

Nella densità dell'impianto bisogna anche considerare che il tartufo nero pregiato tollera ombreggiamernti del suolo fino ad un 60/70%, mentre il tartufo scorzone e bianchetto non hanno particolari esigenze.

Indicativamente si va da un minimo di 200 ad un massimo di 400 piante ad ettaro.Si adottano generalmente sesti di impianto al quadrato,rettangolo o a quinconce. Una volta stabilito assieme al nostro tecnico il sesto più idoneo al proprio terreno si vanno  così a posizionare i picchetti ed infine si procede alla messa a dimora delle piantine, eseguendo delle buche profonde circa 20 cm.. La piantagione va eseguita correttamente avendo molta cura, tagliando con un cutter la fitocella (sacchetto) ove è inserita la pianta senza tagliare o rompere le radici, adagiandola con il suo pane di terra nella buca, avendo cura di rincalzare la pianta fino al colletto e non più in alto,  senza pigiare il terreno.

L'epoca più idonea per la piantagione va da Novembre a fine Marzo.

Recinzione


Molto importante prima della messa a dimora delle piante è bene effettuare una recinzione perimetrale dell'appezzamento, per la protezione dagli animali selvatici quali (cinghiali,caprioli ecc.) Inoltre si potrà anche richiedere agli organi competenti la tabellazione di “Fondo Chiuso” che vieta l’ingresso alla tartufaia da parte di estranei.
Eventualmente non potendo effettuare una recinzione dell’intera area si dovrà comunque preservare l’integrità delle piantine mettendole attorno una rete cilindrica ben fissata al suolo di altezza e sezione variabili a seconda degli animali da cui si deve proteggerle.

Pratiche Colturali


La manutenzione della tartufaia prevede periodici sfalci dell’erba mediante trincia stocchi lungo le file e interfile.
Mentre nelle immediate vicinanze delle piantine si dovrà procedere manualmente mediante leggerissime zappettature, strappando le erbe infestanti vicine al tronco con le mani.
In terreni molto compatti può essere utile per migliorare la struttura e avere tartufi di dimensioni maggiori, effettuare leggere sarchiature o erpicature ad una profondità di pochi centimetri, evitando gli attrezzi rotativi.

Irrigazione


Pratica indispensabile visti i mutamenti climatici degli ultimi anni da effettuarsi da subito durante i mesi estivi per un ottimo attecchimento delle piantine, ma altrettanto negli anni successivi per garantire buone e costanti produzioni di tartufi.
Gli intervalli e i volumi delle irrigazioni vanno comunque studiati e programmati in base alle condizioni pedo-climatiche di ogni singolo impianto. I migliori sistemi di irrigazione che abbiamo sperimentato finora, sono quelli a pioggia o con micro-aspersori.
I criteri di irrigazione dovranno essere eseguiti con molta prudenza, tenendo conto del ciclo ottimale del tartufo e dell'andamento stagionale.
Si potranno mettere a punto piani di adaquamento in base a soluzioni tecniche che prevedano il monitoraggio dell'umidità del suolo per così ottimizzare sia gli interventi idrici che l'impiego della risorsa idrica.

Pacciamature


In ambienti con scarsa o limitata possibilità di irrigazione è molto importante effettuare nei mesi più caldi e siccitosi, pacciamature attorno alle piante con materiale organico quale (paglia, pula di riso, o erba di sfalcio) al fine di ridurre l'evaporazione dell'acqua dal suolo e cosi mantenere il terreno più fresco e umido.
La pacciamatura va posta attorno alla pianta in primavera ma va assolutamente rimossa alla fine dell'estate.

Potature


Le potature da effettuarsi nel periodo di riposo vegetativo (Dicembre/Febbraio) a partire dal secondo/ terzo anno limitandosi solo al taglio di qualche rametto basale, per avere una maggiore insolazione e areazione del terreno.
Il portamento della chioma deve allargarsi più che svilupparsi in altezza, in modo che le radici abbiano uno sviluppo orizzontale e superficiale.

Raccolta del Tartufo


Dalla nostra esperienza nelle ns. tartufaie impiantate, la produzione inizia mediamente dopo 7/8 anni anche se in diversi impianti, alcune piante hanno iniziato a produrre i primi tartufi a 4/5 anni.
Il nocciolo e il carpino sono più precoci nell’entrata in produzione, rispetto a tutte le quercie anche se quest’ultime sono più longeve.
Noi consigliamo per il rispetto e la durata della propria tartufaia di seguire comunque i calendari di raccolta e di non raccogliere tutti i tartufi specie se fioroni oppure di piccole dimensioni, per mantenere una certa carica sporale nel terreno e di non effettuare durante la raccolta, buche troppo grandi e di richiuderle subito dopo con la medesima terra.
Le produzioni sono molto variabili in base alla natura del terreno, agli andamenti climatici alla possibilità di poter effettuare delle irrigazioni a partire dalla formazione dei carpofori e durante i mesi estivi.

Pre-Post Impianti


Per la progettazione e l'assistenza post-impianto la ns. azienda si avvale di tecnici esterni, altamente specializzati nel settore per poter così  seguire il cliente nelle varie fasi, sino all'entrata in produzione dell'impianto tartufigeno:

  • Sopralluogo e studi di fattibilità della tartufaia
  • Analisi del terreno
  • Studio e progettazione dei sesti di impianto
  • Visione e controllo delle piante adulte, indicazione delle eventuali potature
  • Ricerca nelle tartufaie in produzione dei tartufi con cani addestrati, eseguita da esperti ed appassionati  tartufai o tartuficoltori, contattandoci vi saranno comunicati in base alla vs. Regione di residenza i vari recapiti
  • Sempre interpellandoci, a chi fosse interessato, possiamo mettervi in contatto con bravissimi addestratori di cani da tartufo di varie razze, che potranno fornirvi ottimi cani per la raccolta e in base alle vostre esigenze consigliarvi per la migliore scelta
  • Inoltre cosa molto importante per il ritiro del prodotto, noi collaboriamo con vari commercianti di tartufi in varie Regioni d'Italia, essi un domani potranno acquistare  a prezzo di mercato i vostri Tartufi e visto che purtroppo in natura và sempre più diminuendo, anche  in tempi di crisi è comunque ancora molto richiesto per i prodotti lavorati e semilavorati mentre per il fresco è notevole  anche la richiesta dall'estero. É dunque per questo che aumenta  sempre di più il bisogno di effettuare tartufaie coltivate private

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